BACINO DEL FIUME VOLTURNO
Il bacino del fiume Volturno, con i suoi 5.680 km2 di superficie rappresenta, a livello nazionale, il sesto bacino idrografico per estensione e l'undicesimo per lunghezza (175 km). Esso si sviluppa su un'area ricadente principalmente nelle regioni Campania e Molise ed in minima parte nelle regioni Abruzzo, Puglia e Lazio. Il territorio ha una forma vagamente trapezoidale, con la base orientata secondo la direttrice NO-SE. Nel territorio molisano, il bacino si estende ad ovest fino alle pendici del monte Greco ed ai monti della Meta del Parco Nazionale d'Abruzzo. Procedendo verso SE il confine attraversa via via il Massiccio del Matese, i monti del Sannio fino ai monti della Daunia, dove il bacino del Volturno lambisce in maniera molto marginale i territori del foggiano. Il fiume Volturno trae origine da più sorgenti disposte a ventaglio alle pendici di Monte Azzone sulla Piana di Rocchetta (IS). Dopo un percorso iniziale meandriforme, il fiume Volturno si unisce al torrente Rio. In seguito all'apporto di questo tributario a carattere torrentizio, il Volturno s'insinua nella stretta gola della cartiera di San Vincenzo. Successivamente il Volturno crea una valle simmetrica, tipicamente a "V" fino a Colli al Volturno (IS). Il corso d'acqua, in fase torrentizia, scorre ad alveo unico tra macigni calcarei e lastre di travertino staccatesi dai banchi di Castel San Vincenzo e Rocchetta, alternando raschi a vasche di calma. Dopo la stretta di Colli al Volturno, il Volturno riceve il Rio Chiaro. Dopo l'affluenza del Rio Chiaro, il Volturno cambia radicalmente fisionomia aprendosi in Valle Porcina, dove la divagazione naturale del corso d'acqua è associata, specie nel corso inferiore della valle, ad un'estesa area boscata igrofila retrostante lo sbarramento sul Volturno del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro (Ripaspaccata). Questo è uno dei pochi tratti in cui il fiume possiede differenti zone di scorrimento delle acque: alveo, golene con specchi d'acqua effimeri ed estese aree boscate fungono in maniera eccellente da cassa di espansione dei flutti. Presso la porzione meridionale di Valle Porcina tra Colli al Volturno e Fornelli e Macchia d'Isernia affluiscono a raggiera il Cavaliere ed il Mandra; il primo raccoglie le acque del Sordo e del Carpino e incide nel suo ultimo tratto, presso Macchia d'Isernia. Infine, seguendo l'ultimo tratto nel Molise, il Volturno, dopo aver ricevuto i primi contributi idrici del Matese (Rava delle Copelle e Sava) ed attraversando i depositi alluvionali della Piana di Venafro, ripiega il suo corso parallelamente alla catena appenninica (Matese), in evidente contrasto con gli altri corsi d'acqua a foce tirrenica. Tale deviazione fu determinata oltre che dai sollevamenti tettonici pleistocenici, dall'attività medio-pleistocenica del Vulcano di Roccamonfina (CS). Proprio lungo i confini territoriali fra le due regioni, nel comprensorio di Venafro e Capriati al Volturno, il fiume si impegna in uno degli ambienti naturali più importanti del suo intero bacino idrografico: la zona umida "Le Mortine". Nel bacino del fiume Volturno sono state individuate 26 stazioni di campionamento: cinque sul fiume Volturno, due sul fiume Cavaliere, una sul lago Castel S.vincenzo, due sul Rio Bartolomeo, due sul torrente Carpino, una sul torrente Lorda, una sul torrente Magnaluno, una sul torrente Rava, una sul torrente San Nazzaro, una sul torrente Saraceno, due sul torrente Sordo, due sul torrente Tammaro, due sul torrente Tappone, due sul torrente Vandra e una sul torrente Vandrella. In tutte le stazioni sono state fatte indagini ittiologiche e di qualità ecologica (I.B.E.).
Fonte: Regione Molise www.regione.molise.it